Economia circolare e mobilità
L’importanza di applicare i parametri di economia circolare alla mobilità delle merci, oltre che a quella delle persone, deriva dalla rilevanza delle attività di logistica sotto un duplice profilo: da una parte esse costituiscono il “tessuto connettivo” dell’intero mondo economico e industriale, dall’altra sono collegate a diverse aree aziendali e risultano integrate e funzionali rispetto all’intero processo produttivo. Inoltre, la pesante incidenza delle emissioni di CO2 derivanti dai trasporti evidenzia in maniera incontrovertibile l’urgenza della diffusione di cultura e politiche green in questo settore.
Dall’approvvigionamento delle materie prime alla gestione del magazzino, dallo smistamento di materiali, persone e informazioni all’interno dell’azienda al trasporto della merce e alla progettazione della supply chain, i diversi ambiti in cui la logistica si declina già propongono soluzioni significative destinate a superare il modello lineare, contraddistinto dalla segmentazione della catena di approvvigionamento e dei ruoli degli attori chiave. Alla base del processo si presuppone un cambiamento generale di mentalità, che deve coinvolgere non solo l’azienda di produzione ma l’intera filiera. Si tratta di un obiettivo che non può essere perseguito da realtà isolate o a macchia di leopardo. Ogni organizzazione fa parte di una rete complessa e, come in natura, bisogna ragionare in termini di sviluppo di veri e propri ecosistemi che, per funzionare correttamente, siano fondati su logiche e priorità condivise.
La logistica collaborativa
Gli aspetti principali del rapporto tra logistica e circular economy sono enunciati all’interno del Quaderno 30 del Freight Leaders Council. La pubblicazione, con cui annualmente l’Associazione focalizza la propria attenzione sulle tematiche tecniche, economiche e sociali che più impattano sulla logistica, nell’edizione presentata nel giugno 2022 elegge lo sharing, la condivisione delle risorse attraverso piattaforme fisiche e digitali, a pilastro dei nuovi paradigmi. Come evidenziato dal lavoro degli autorevoli membri del Comitato scientifico del FLC e degli altri autori, protagonisti del mondo accademico e della ricerca, i maggiori vantaggi derivanti da una logistica di condivisione e di collaborazione passano obbligatoriamente dallo sviluppo di nuove tecnologie informatiche: solo attraverso l’elaborazione continua di dati condivisi sono possibili reali ottimizzazioni logistiche e trasportistiche e conseguenti, effettive e misurabili riduzioni di impatto ambientale.
I vantaggi per l’Italia
Numerosi fattori dimostrano che, se la transizione verso un’economia circolare è vantaggiosa su scala globale, lo stesso vale a livello nazionale.
In primo luogo, così come le maggiori economie dell’Europa Nord-occidentale, il nostro Paese dipende in elevata misura, direttamente e indirettamente, dall’importazione di prodotti e materie prime, con rischi sempre maggiori per la business continuity delle aziende.
In secondo luogo, è costantemente necessario mantenere e, ove possibile, migliorare la capacità di produzione del nostro Paese, anche in ragione degli investimenti in atto per il PNRR. Un uso più attento delle materie prime può tradursi in risparmi sui costi, innovazioni nell’infrastruttura di produzione e conoscenza e in nuove opportunità di sviluppo resiliente. Se immaginiamo un’Italia avviata verso posizioni di avanguardia in termini di raccolta differenziata, possiamo prevedere sempre migliori risultati derivanti dai processi di riciclo e riuso e, conseguentemente, la possibilità di riprogettare in modo sostenibile le relative catene logistiche e commerciali. Da questo punto di vista le opportunità che si apriranno nell’immediato futuro per il settore della logistica erano impensabili fino a qualche tempo fa. Non ci limitiamo infatti ai tradizionali sistemi di consegna del prodotto, ma possiamo includere anche nuovi modelli di business, come la condivisione del veicolo/magazzino, il leasing e le opportunità di outsourcing.
Recenti studi pubblicati sulle principali riviste scientifiche indicano che la maggiore crescita nell’adozione del modello di economia circolare verrà dal settore tecnologico, in particolare dall’elettronica (personal computer e telefoni cellulari) tramite il ritiro e il riutilizzo dei prodotti. In realtà, il vero fattore abilitante per implementare una strategia circolare di successo e sostenibile è, senza dubbio, la logistica. Una quota consistente della movimentazione delle merci si realizza a livello locale e regionale, caratterizzata da trasporti su distanze relativamente ridotte. I volumi di questi trasporti stanno crescendo. Ciò ha a che fare con diversi fenomeni simultanei, come l’aumento delle relazioni tra le imprese nelle catene di produzione, consumo e reti, la crescente attenzione per i servizi di produzione (ad esempio la stampa 3D), i servizi post-vendita, la logistica inversa e l’e-commerce in espansione, che causa una complessa distribuzione dell’ultimo miglio (consegna a domicilio o punti di distribuzione di quartiere al di fuori della rete dei negozi tradizionali). La maggior parte di questo trasporto locale e regionale avviene su strada e, di conseguenza, comporta un onere crescente per le reti stradali locali e regionali, in particolare nelle aree urbane ad alta densità, causando esternalità che dobbiamo limitare in un’ottica di sostenibilità e resilienza.
Il ruolo strategico della logistica relativamente a questo diverso inquadramento dell’economia è quello di avere un impatto significativo (ovvero aggiungere valore) nell’organizzazione delle catene di recupero e utilizzo delle risorse da prodotti usati e rifiuti, nella produzione e distribuzione a basso consumo energetico, nella digitalizzazione, nei servizi post-vendita e nella logistica inversa. Alla base, i concetti innovativi di condivisione degli asset (anche strategici). Per quanto riguarda le attività di trasporto, ciò richiede una forte attenzione alla riduzione dei trasporti non efficienti, all’ottimizzazione dei flussi di prodotto nella produzione (intralogistica) e verso gli utenti finali, l’organizzazione di catene di trasporto intelligenti senza soluzione di continuità, utilizzando modalità di trasporto rispettose dell’ambiente che riducono significativamente l’intensità energetica del trasporto. Tuttavia, il settore della logistica può contribuire anche in altri modi, ad esempio trasformando i flussi di rifiuti provenienti da un settore (materiali di scarto vari) in flussi di risorse per (ottimizzare) la produzione di altri settori e organizzando servizi e attività che aggiungono valore ai prodotti e all’economia italiana.